" Se un pittore te volesse pittura', butta tutti li pennelli e te sta a guarda'"

Crufts 2020: report di Luana Martinini-parte 1

Ancora non vi ho raccontato nulla dei retroscena di questo indimenticable Crufts. Lo faccio oggi, dato che come tutti, siamo costretti in casa ed abbiamo un sacco di tempo libero.

La preparazione per questo evento senza pari al mondo inizia da diversi mesi prima, così come gli “imprevisti”, che sono ciò che lo hanno caratterizzato fin dall’inizio.

Il primo riguarda la sua qualificazione; nel mio programma “mentale” avrei iscritto Koby a San Marino per la qualifica. Se non che, quando mi accingo ad iscriverlo, mi accorgo che le iscrizioni sono chiuse! Oh mio Dio… era già settembre, urgeva un piano B, immediato. Non c’erano più gare qualificanti in Europa, ed il panico si era impossessato di me. Mi viene in mente che gli manca un cacib per ottenere il titolo di campione internazionale, con il quale si sarebbe potuto qualificare. Lo iscrivo in Slovenia e Koby lo vince. Eravamo un po’ stretti con i tempi e il giorno stesso della vittoria invio tutti i documenti necessari per l’omologazione del titolo. Nei tempi supposti l’omologazione non arriva. Chiamo l’ufficio campioni per sollecitare, mi rispondono che fino a gennaio non si saprà nulla: la faccio breve…

Passo tutte le feste natalizie con l’incubo di non riuscire ad omologare in tempo utile il titolo per la sua qualifica! Per fortuna invece l’omologazione arriva, appena pochi giorni prima della chiusura delle iscrizioni!

Primo intoppo superato, sul filo del rasoio.

Prenotiamo il nostro viaggio alla volta di Birmingham, prevedendo le consuete tappe che ci consentono di non sentire troppo il peso di un tragitto interminabile. Nel frattempo si cominciano a sentire notizie di questo virus in Cina.

Con l’avvicinarsi della data della partenza, in Italia comincia il panico da coronavirus ed alcuni comuni della Lombardia vengono dichiarati zona rossa. Ogni giorno la cosa sembra sfuggire sempre più di mano e si comincia a ventilare l’ipotesi di chiudere le frontiere o addirittura di impedire la libera circolazione anche in Italia. Per non rischiare, decidiamo di anticipare di qualche giorno l’espatrio. In realtà ci accorgiamo fin da subito che in nessuna frontiera c’è alcun controllo ed addirittura, in quasi una settimana di permanenza in Francia, leggiamo solamente un trafiletto in terza pagina riguardante il coronavirus. Nulla di nulla, la tranquillità e la normalità più assolute.

Secondo ostacolo superato, con tanta ansia.

Ad un certo punto però, il kennel club ci invia una mail in cui dichiara che gli italiani del nord non avrebbero potuto partecipare alla manifestazione. Praticamente tutta la zona rossa, fino a Rimini. In quei giorni nelle Marche non vi era ancora segnalato nessun caso, ma ovviamente la situazione era in divenire ed abbiamo trascorso i giorni successivi con la preoccupazione che impedissero anche a noi di partecipare. Per di più si cominciava a suppore che la manifestazione sarebbe stata rimandata. Invece vi è stata una inversione di tendenza; si è riunito in Uk il Cobra (il comitato di emergenza) e Boris Johnson ha dichiarato che la manifestazione si sarebbe svolta regolarmente e che chiunque avrebbe potuto partecipare, rispettando i regolamenti del paese di provenienza. Così trascorriamo gli ultimi giorni in Inghilterra, in una meravigliosa località sul mare del nord, veramente il paradiso di coloro che amano i cani.ALLEVAMENTO BULLDOG INGLESE - BUCK AND SONS-

Terzo inconveniente superato.

Koby sente un po’ la mia ansia dettata da tutte queste incertezze. Non è spensierato come al solito, mangia anche un po’ meno. Ci arrivano però dall’Italia tante manifestazioni di affetto; la catena #iotifoperkoby , iniziata dalla, sempre a me vicina, Danydelmiocuor, Daniela Cirillo
è troppo simpatica! E’ un abbraccio virtuale che mi da un sacco di coraggio e ritrovo la mia solita decisione e risolutezza. Grazie davvero amici miei ! E così arriviamo al crufts e… Fine parte prima. L.M.

13 Marzo 2020

crew buckandsons: #IOTIFOPERkOBY

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