A tre mesi era un cucciolo entusiasmante, mostrava già un grande temperamento e la sua camminata, tale e quale quella da adulto, faceva sorridere: un bullo spavaldo e fiero in dieci kg di ciccia morbida. A tre mesi, mostrato a giudici ed allevatori esperti di razza, anche inglesi, faceva sognare. Poi, due spauracchi ci hanno accompagnato fino ai sette/otto mesi : una pigmentazione un po’ lenta del tartufo e le orecchie, che all’epoca erano molto grandi in rapporto alla testa.

L’ossatura potente, la perfetta  costruzione, l’armonia complessiva non sono mai mancate, neanche in quei mesi di crescita  in cui, noi bulldoghisti siamo abituati ad aspettarci una certa momentanea  generale  disarmonia e dissonanza globale.

E’ cresciuto mantenendo le sue proporzioni, a quattordici mesi era già best in show al primo raduno a cui parteipava in classe giovani.

Era ancora acerbo nell’espressione e nei volumi, che per diventare  definitivi hanno impiegato oltre due anni. Ma quell’armonia, quel senso di completezza era già molto evidente, anche in giovane età. Tanta era la coerenza con lo standard, la consonanza  con ogni  suo dettame, che il primo giudice che gli conferì ( a soli 14 mesi) il best of breed in un importante raduno disse ” so riconoscere un grande campione anche se così giovane ed ancora lontano dalla sua completa maturazione” Era Ben Karpel, famoso giudice
internazionale ed esperto di bulldog, allevatore lui stesso con lo  storico affisso ” STARDUST” .Ed aveva ragione: Koby è diventato il più grande campione di oggigiorno vincendo il prestigiosissimo titolo al CRUFTS 2020